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14 Luglio 2022

I mille volti di Milano

Milano è la protagonista di due serie podcast, “La disciplina di Penelope” e “Io ero il milanese”, entrambe disponibili su RaiPlay Sound. Mentre la prima racconta la storia di un caso giudiziario finito male, la seconda è un esempio di redenzione, che mostra il volto umano della Legge
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Milano è una città dai mille volti. E se da un lato, nella fiction sonora “La disciplina di Penelope”, ispirata all’omonimo bestseller dello scrittore Gianrico Carofiglio, Milano è la protagonista di un caso di giustizia finito male, dall’altro nella serie podcast “Io ero il milanese” ideata da Mauro Pescio, autore radiofonico e teatrale, la redenzione di Lorenzo S. ci racconta una storia diversa, in cui si intravede il volto umano della Legge. Entrambi i podcast sono disponibili su RaiPlay Sound.

Il microfono binaurale con cui Guido Bertolotti e Luca Micheli hanno registrato i suoni e i rumori di Milano per il podcast “La disciplina di Penelope”

La vita di Lorenzo S. segue una costante che sembra destinata a ripetersi nel tempo a cadenza regolare, segnando le tappe della sua vita: le rapine. Lorenzo potrebbe essere considerato un antieroe, la sua storia è contornata da tanti fallimenti e disastri; scelte sbagliate che l’hanno portato a toccare spesso il fondo. Ma la sua è anche una storia di redenzione, di chi non ha mai smesso di credere – e forse cercare – una seconda possibilità. Come racconta Mauro Pescio nella sua serie podcast “Io ero il milanese” (lo potete ascoltare qui).

Lorenzo entra in carcere per la prima volta quando ha solo dieci giorni, a trovare suo padre, detenuto. A dodici anni compie il primo furto, mentre a quattordici la prima rapina. Per oltre 40 anni vive da fuorilegge, passando gran parte del suo tempo in carcere.

La serie podcast di Mauro Pescio “Io ero il milanese”, disponibile anche su Spotify

A 33 anni sembra che la vita di Lorenzo sia finita. È stato condannato a 57 anni di reclusione. Invece, è proprio dalla parola “fine” che ricomincia tutto. Pezzo dopo pezzo, come si fa con un puzzle, Lorenzo mette in fila i momenti della sua vita e decide di scrivere un finale diverso per la sua storia: nel luglio 2017, ormai quarantenne, esce di prigione trasformato in una risorsa per la società, un punto di riferimento nel recupero dei detenuti. 

La sua storia travalica la cronaca e si concentra sul fattore umano. È una storia di altri tempi che vale la pena conoscere e ascoltare. È un racconto capace di svelare, con grande umanità, i retroscena delle rapine, la desolazione del carcere, ma anche il volto umano della Legge. Un messaggio per tutti coloro che si sentono schiacciati dal proprio passato, senza avere possibilità di scelta. La storia di Lorenzo, in “Io ero il milanese”, mostra come cambiare è possibile perché il futuro non è mai scritto a priori.

Il podcast “La disciplina di Penelope” disponibile anche su Spotify

Milano è anche la protagonista di un’altra bellissima serie podcast, “La disciplina di Penelope”, scritto da Jonathan Zenti con la supervisione di Stefano Bises e basato sull’omonimo romanzo di Gianrico Carofiglio, prodotta da Chora Media per Rai Radio 1 (la potete ascoltare qui).
Il suono che fa la città diventa un personaggio reale. Non è giudice e non è boia, ma neanche uno spettatore silente. Milano respira. Ed è proprio qui che si intrecciano altre storie, altre vite.

Vite che non sono tutte uguali. Non si assomigliano per niente. Come quella di Penelope Spada, il magistrato protagonista del podcast, sembra nascondere dei segreti che si svelano pian piano. Puntata dopo puntata. Penelope è stata spesso dipinta come una donna “tutta d’un pezzo”. Incapace di piegarsi davanti alle ingiustizie, sempre pronta a cercare la verità. Quest’immagine di sé non ce l’ha solo Penelope. Sono in molti, infatti, a crederla un giudice integerrimo. 

Ma come succede spesso nella vita delle persone, qualche volta gli ingranaggi si rompono. Sembrano uscire fuori asse. Forse Penelope perde la sua bussola e così la ritroviamo diversa. Abbandona la magistratura e si reinventa. Crea un nuovo sé, un nuovo lavoro, una nuova identità. Ma i problemi aumentano e lei si ritroverà invischiata nell’ennesimo caso di giustizia finito male, con un unico grande interrogativo che attanaglierebbe la mente di chiunque: è davvero la cosa giusta da fare?

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