Nel 2001 è nato “Xmas Project”. Un progetto, un libro e uno strumento per finanziare iniziative solidali. Dopo aver fatto tappa in vari Paesi, è tornato nel capoluogo lombardo. Con sette fotografi che hanno immortalato la pandemia vissuta dai più piccoli. A maggio gli scatti saranno in mostra
CONDIVIDI SU
Facebook
Twitter
WhatsApp
Questa storia ci parla di quattordici amici che non hanno voluto diventare grandi. Se diventare grandi significa chiudersi nel privato, nel lavoro e nella routine quotidiana lasciando fuori i sogni. Così, all’alba di questo millennio, alla fine dei loro vent’anni, fatti di studio e di un’esperienza fortissima di aiuto ai bambini con l’Aids, quando si sono ritrovati tutti sposati, con figli, con un mutuo e un lavoro hanno sentito un desiderio comune: riaprire la finestra dell’impegno sociale. Coltivare un sogno. È nato così il “Xmas Project”, un libro che presenta un’idea e insieme la realizza, perché nello stesso tempo racconta il progetto e lo finanzia.
Ogni anno, a partire dal 2001, si ritrovano in primavera e scelgono un microprogetto da sostenere, sono partiti dai bambini di una piccola città della Romania, per i quali hanno ristrutturato il reparto di pediatria dell’ospedale locale, e hanno fatto il giro del mondo, dal Niger al Nepal, dall’Etiopia ad Haiti, dalla Cambogia a Gaza, per tornare quest’anno, nel ventesimo anniversario, alle origini: i bambini di Milano, insieme a padre Giuseppe Bettoni, il giovane sacerdote che conobbero nell’oratorio del quartiere e che li coinvolse nell’avventura dei loro vent’anni.
Erano gli anni Novanta – mi racconta Matteo Fiorini – e padre Giuseppe per dare risposta all’emergenza dell’Hiv pediatrico diede vita alla Fondazione Arché: insieme ai ragazzi si prese cura del dramma dei bambini che nascevano già sieropositivi e sviluppavano l’Aids. Li accompagnavano in ospedale, garantivano assistenza continua, attenzione, gioco e speranza. Un coinvolgimento emotivo fortissimo, che si concluse con la fine dell’emergenza ma anche con la scomparsa della maggior parte di quei bambini. È a questo punto che l’istinto, compiuti i trent’anni e cominciata la vita dei grandi, porterebbe a chiudersi nel privato ed è qui invece che arriva l’idea dei libri di Natale.
E il progetto del 2020 è di nuovo con padre Giuseppe, per costruire un parco giochi al posto di un prato incolto di Quarto Oggiaro. Ma in un anno diverso da tutti gli altri, in quel 2020 in cui la pandemia ha stravolto le nostre vite e chiuso i bambini nelle case, l’attenzione è andata allo sguardo dei bambini. Sette fotografi hanno realizzato il progetto “Nei miei occhi – Guarda i bambini in questa grande città” che non solo è diventato il libro il cui ricavato ha finanziato il parco giochi – pronto questo autunno – ma anche una mostra all’aperto che inaugurerà il 3 maggio in via Dante a Milano.
Questo progetto non era nato per raccontare la pandemia ma il rapporto tra i bambini e la città, poi quando lo si è realizzato, lo scorso autunno, la presenza del virus ha contagiato ogni aspetto delle nostre vite. Il primo ad essere coinvolto è stato uno dei migliori fotogiornalisti italiani, Andrea Frazzetta, di cui ho raccontato in questa newsletter l’incrocio tra il suo lavoro per “The New York Times Magazine” – ritratti del personale sanitario lombardo nei giorni terribili della prima ondata – e l’esperienza personale in cui perse sua madre per il Covid-19. Andrea, che ha fotografato un asilo milanese nel bosco, ha trascinato un gruppo prestigioso di colleghi che hanno colto tutti gli aspetti dell’infanzia in città.
Tra i progetti bellissimi raccontati, adottati e realizzati in questi anni vi voglio segnalare il raccontastorie di Gaza, che gira con la sua Ape Car carica di libri per bambini, il laboratorio di oreficeria a Phnom Penh dove si trasformano le mine antiuomo di cui è disseminata la Cambogia in gioielli e la ciclo-officina in un villaggio della Tanzania, dove bicicletta significa andare a scuola o arrivare in ospedale.
Altre/Libri
Ci sono altre storie da raccontare su questo stesso tema.
Come suona il mondo
L’era della Rete
Le parole per dirselo
Un mondo di ciechi
Consenso ai Cookie
Per fornire le migliori esperienze di navigazione, questo sito utilizza tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del tuo dispositivo. Puoi accettare o revocare il consenso per le singole finalità di servizio cliccando sul bottone "Visualizza preferenze"
Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.